34 – Pilato si lava le mani

Iscrizione: Si laveranno le mani sopra la vitella…e diranno: le nostre mani non hanno sparso questo sangue ( Deuteronomio 21, 6-7).

Vedendo poi Pilato che non otteneva nulla, presa dell’acqua, si lavò le mani di fronte al popolo, dicendo: Io sono innocente del sangue di questo giusto (Matteo 27,24 ).

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Nel 1608 la cappella era in avanzato stato di costruzione; nel 1617 era architettonicamente terminata, con la statua di Pilato già collocata. Nel 1621 Gerolamo Rocca vi apponeva la vetrata. Probabile opera di Gaudenzio e Bartolomeo Ravelli è la raffinata grata lignea, simile a quella della cappella 33.

Le sedici statue in terracotta policroma sono di Giovanni D’Enrico che le andava plasmando nel 1617. La scena scolpita  ripropone nello spazio reale i personaggi dello spazio dipinto : a destra in primo piano, il piede della figura dipinta che ha invaso lo spazio reale si è fatto scultura. Gli affreschi sono di Antonio D’Enrico detto Tanzio.

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Sulle pareti sono affrescati: la distruzione della città di Gerusalemme, Barabba liberato dal carcere, il sogno di Claudia, moglie di Pilato ( a sinistra ), angeli che reggono un cartiglio con le scritte:”Il suo sangue sopra di voi e sopra i vostri figli. Nel fossato ti circonderanno i tuoi nemici”. ( soffitto ).

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