Page 22 - Bollettino Novembre - Dicembre 2020
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Pellegrinaggi
DIARIO DI UN PELLEGRINAGGIO ALLE ORIGINI DELLA FEDE Segue da pagina 21
10 novembre – Al mattino ci rechiamo a 8 km. da Gerusalemme ove si trova Ain Karen (significa “sorgen- te della vigna”) , chiamata nel medioevo “San Giovanni in montana”, la città in cui nacque S. Giovanni Batti- sta da Zaccaria ed Elisabetta. Al centro di Ain Karen si erge la Chiesa di S. Giovanni Battista: a sinistra dell’al- tare maggiore si scende in una grotta, dove la tradizione pone la nascita del Battista. Ci spostiamo sulla collina di fronte, dove probabilmente Zaccaria possedeva una casa di campagna, in cui Elisabetta si ritirò e Maria restò a far compagnia alla cugina per tre mesi circa fino alla nascita di Giovanni. Qui si trova la Chiesa della Visi- tazione: nuovo Santuario ricostruito da A. Barluzzi su resti bizantini e crociati , composto da una cripta e dalla Chiesa superiore. La cripta ricorda l’abitazione interna di Zaccaria ed Elisabetta ( la cisterna casalinga e la sca- letta che portava al piano superiore); in una nicchia nel- la parete di destra è conservato un masso che secondo la tradizione avrebbe nascosto il piccolo Giovanni Batti- sta durante la strage degli Innocenti decretata da Ero- de. Nella Chiesa superiore si celebra la gloria della Ma- donna con affreschi che rappresentano: Maria , Madre di Dio (concilio di Efeso, 431 d.C); Maria, rifugio dei peccatori (accoglie tutti sotto il manto materno); Maria dispensatrice di grazie (nozze di Cana); Maria aiuto dei Cristiani (battaglia di Lepanto (1571 d.C.); Maria Im- macolata ( disputa di Giovanni Duns Scoto sull’imma- colato concepimento di Maria). Ritorniamo alla Chiesa del Battista per la celebrazione dell’Eucaristia.
Ci trasferiamo alla Gerusalemme moderna per la visi- ta al Museo dell’Olocausto. Durante il tragitto intrav- vediamo la Knesset (significa “assemblea”) ossia il Par- lamento d’Israele.
Il Museo fu fondato nel 1953, il suo nome Yad Vasshem è tratto da un versetto del profeta Isaia (56.6) “Io darò loro, nella mia casa e dentro le mie mura, un luogo e un nome”. Papa Benedetto XVI nella sua visita del maggio 2009 ha ricordato “la Shoah è un’orrenda tragedia, che non si deve dimenticare o sminuire. Mai più un simile orrore disonori l’umanità: Possano i nomi di queste vittime non perire mai. I loro nomi sono incisi in modo indelebile nella memoria di Dio Onnipoten- te”. Rinnovato nel 2005, è grandioso, composito e arti- colato: il museo storico raccoglie testimonianze, docu- menti e foto; la Sala del Memoriale ricorda le comunità ebraiche distrutte in 22 campi di sterminio; la sala dei nomi custodisce i nomi scritti di 3 milioni di ebreì uc- cisi; mentre la valle delle 3 comunità perdute e’ un’area scavata nella roccia su cui sono incisi i nomi delle co- munità scomparse. Il più commovente e spettacolare è il memoriale dei bambini i cui nomi vengono chiamati in una sequenza senza fine e le luci, che ricordano un mi- lione e mezzo di piccoli ebrei sterminati durante l’Olo- causto, riflettendosi dal pavimento sulla volta, generano un firmamento brillante di tante tante stelle.... I vari pa-
diglioni sono circondati da un parco con sculture rievo- cative della Shoah, mentre un giardino, denominato dei “Giusti tra le Nazioni”, onora quanti hanno rischiato la propra vita per salvare gli ebrei dallo sterminio: tra que- sti diversi italiani fra cui Giorgio Perlasca e Gino Bartali. Concludiamo la visita con una riflessione molto sentita e appassionata di Marta sull’uguaglianza dei popoli.
Nel pomeriggio, superato il checkpoint,ci immettia- mo nella grande spianata dove si svolgono le principali manifestazioni civili e religiose e le preghiere il sabato e nei giorni festivi. Sostiamo al Muro del Pianto, chia- mato dagi Ebrei “Muro occidentale”, è il rudere più grandioso della cinta del Tempio di Erode. Gli Ebrei, dopo la distruzione del Tempio si riunivano a pregare e piangere sopra la “roccia sacra” (secondo la leggenda, su di essa Abramo preparò il sacrificio di Isacco e immolò poi un ariete in sostituzione, forse questa roccia servì anche di base per l’altare degli olocausti del Tempio di Salomone). Dopo che su di essa fu costruita la Cupola della Roccia, venivano a piangere davanti a queso muro. Di qui l’appellativo di muro del pianto. (Il mio pensiero va alla visita di Papa Giovanni Paolo II nel marzo 2000 quando con molta umiltà, come gli ebrei infilavano i “pizzini” nelle fessure del muro, infilò una busta con la sua richiesta di perdono!).
Ritorniamo sulla Via Dolorosa a completare il percor- so iniziato il giorno precedente iniziando dalla Chiesa di S. Anna (sulla destra venendo dalla Porta di S.Stefano): è un monumento dell’arte crociata, ben conservato. Sotto la chiesa vi è una cripta dove viene venerata la na- scita della Madonna fin dal V secolo; tuttavia non si sa dove sia nata la Madonna: i suoi genitori Gioachino e Anna erano originari di una citta’ vicino a Nazareth. Il protovangelo di Giacomo (II sec.) fissa la nascita della Vergine a Gerusalemme vicino alla piscina probatica in una Chiesa detta del Paralitico (Giovanni 5,21) o di” S.Maria dove è nata”. I Crociati ricostruendola la dedicarono a S.Anna. Probatica significa “delle peco- re” probabilmente perchè vi venivano lavati gli animali destinati ai sacrifici nel Tempio,. La piscina è chiamata anche Bezetha: era circondata da quattro portici in cui si trovavano malati di ogni genere(Giovanni 5,2-18) e dagli scavi emergono anche resti di fontane e terme. Ri- percorriamo la Via Dolorosa e ritorniamo alla Basilica del S. Sepolcro.
È interessante constatare che il Calvario è conglobato nella Basilica. Si accede attraverso una scala di 18 gra- dini: la cappella di destra ornata di marmi e di mosai- ci ( Latini) ricorda la crocifissione con Gesù crocifisso al centro: davanti un altare in bronzo argentato, sullo sfondo la Madonna e Maria Maddalena.
La cappella di sinistra (greci) poggia sulla roccia che posso vedere e toccare in una lunetta sotto l’altare dove venne innalzata la croce di Gesù: è il luogo della sua morte, Gesù è rappresentato morto in croce. Sullo sfon-
Novembre / Dicembre • 2020
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