16 – Gesù risuscita il figlio della vedova di Naim

Iscrizione: O Signore Dio mio, ti supplico di far tornare l’anima nelle viscere di questo fanciullo. Il Signore ascoltò la voce di Elia, e l’anima tornò entro il fanciullo e lo consegnò alla madre (II Re, XVII, 21-22-23 ). 

(Gesù) si accostò e toccò la bara… E disse: Ragazzo, te lo comando, alzati. Ed egli che era morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo riconsegnò a sua madre. (Luca 7, 14-15).

 

La piccola struttura venne iniziata intorno al 1572 e completata a fine decennio, su finanziamento di Matilde di Savoia marchesa di Pianezza, collocandovi poi nel 1587-1588 le statue, eseguite dal Badarello, e affrescandone le pareti, con intervento del Testa.

Nella contemplazione di questi misteri di sofferenza redenta e risanata, il devoto visitatore vi riportava il dramma del proprio vivere , ricercando nella figura del Cristo la salutare presenza di Dio e sollecitandone, forse, anche l’intervento.

Nella scena di Naim, infatti, vi è descritto, come la cappella varallese visualizza, l’incontro tra due cortei : quello di Cristo, che con i discepoli sta portando un annuncio di gioia e di liberazione all’uomo, in cammino verso la città di Dio, Gerusalemme, e quello funebre che sta conducendo un giovane alla sepoltura, che procede dalla città degli uomini a quella dei morti; nell’occasione di questo incontro, Cristo si rivela come colui che ha potere sulla morte.

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