Page 23 - Bollettino Settembre - Ottobre 2018
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fendere la causa dello spiritualismo contro i sostenitori della prospetti- ve illuministiche.
Dopo una deludente adesione alle tesi utopistiche (non utopiche) del discutibile barone siciliano Corvaja – Parma voleva combat- tere la dissociazione dall’etica della nuova economia capitalistica: si era alla vigilia del Manifesto di Marx -. Nel 1842 entrò nell’Istituto della Carità rosminiano. Sacerdote dal 1845, professore di filosofia al Col- legio domese fondato da Mellerio e affidato a Rosmini, attivo nel 1848 sui giornali in difesa di Gioberti, Michele Parma uscì, in accordo con Rosmini, nel 1852 dalla congrega- zione. Personaggio valetudinario, suscettibile come tutti (o quasi) gli intellettuali, era troppo attacccato alla propria persona per accettare una obbedienza rigorosa. Anche la sua fedeltà filosofica al grande cattolico dissidente Lamennais e a Romini riservòdicò sempre un margine ampio di indipendenza e dissenso critico. Raccomandato dal grande roveretano, dal 1852 al 1871 visse all’ombra della grande famiglia risorgimentale in quali- tà di precettore di Giammartino, erede e ultimo discendente diretto, senza riuscire più a farsi valere nel dibattito pubblico.
I meriti filosofici di Michele Parma
Teorico del risorgimento sociale religioso pre-giobertiano, i suoi scrit- ti più interessanti riguardano il san- simonismo Gian Battista Vico. Fu tra i primi in Italia a parlarne (1834). Sottolineò la consonanza evangelica del Catechismo degli industriali del conte francese e anche a criticarlo, anticipando la critica al perfettismo politico utopistico poi sviluppata da Rosmini, molto più critico da parte sua nei confronti del sansimonismo (cfr. la Storia dell’empietà).
Su Vico seppe cogliere la valoriz- zazione del mito operata dal Ro- manticismo di Heidelberg, propo- nendo una interpretazione vichia- na opposta a quella poi crociana e a lungo dominante, sulla linea di Enzo Paci, cent’anni dopo.
Michele Parma dovette ben co- noscere il Santuario di Varallo, dove Rosmini predicò gli esercizi spirituali ai sacerdoti negli anni quaranta, anni in cui stilava le sue maggiori opere. Il beato era in rap- porti espistolare con i professori e il direttore spirituale del Seminario D’Adda, ancor autonomo dai se- minari novaresi, poco dopo assor- bito in essi dal (pre)potente Mons. Scavini, che teneva in pugno il car- dinal Morozzo. E nel Novecento
non mancarono preti fortemente polemici a Varallo contro Rosmini (Pier Giorgio Londg dixit).
Intellettuale poliedrico, versatile, valetudinario alla maniera roman- tica, lontano dal rigore rosminiano, seppe però cogliere la necessità di aprirsi al nuovo contro le tendenze prevalenti (id est reazionarie) della Restaurazione. Degne di not a le parole di risposta a un foglio rea- zionario: Il cattolico di Lugano:
Conclusione: importanza dei minori
P. S. So di uno studioso che da anni lavora sul Parma e ha raccol- to numerosi documenti inediti: a quando la pubblicazione di sì labo- riose ricerche?
Auspico intanto che qualcuno raccolga l’invito ad approfondire queste noterelle e ad accostare di- rettamente i suoi scritti. Valore di uno studio dei minori e minimi: aiutano a capire i grandi pensatori e qualche volta – raramente – vedo- no meglio di loro. Il che è di conso- lazione a noi poveri untorelli delle lettere patrie.
g. o.
Bibiografia: Aspesi sul BSPN che riguarda però solo le vicende biografiche.
IL RESTAURO PAZIENTE DELLE SORELLE BENEDETTINE
9 luglio - Desideriamo mostrarvi ancora un tassello del grande e paziente lavoro compiuto dalle sorelle Benedet- tine dell’isola San Giulio. La veste è stata adagiata sulla rete inclinata della vasca al fine di non caricare il tessuto del peso dell’acqua, ma che essa potesse scorrere sulle fibre. Bagnata con un leggero doccino, si sono preparate le fibre per il lavaggio con il detergente. È stata preparata una soluzione di acqua a 20° e Tween 20. Con pennelli a setole molto morbide in pelo di marmora è stato deterso il tessuto, mediante movimenti circolatori leggeri al fine di rimuovere lo sporco, visibilmente si poteva osservare nuovamente la lucentezza del ricamo e del tessuto di fondo. Poi è stato risciacquato con il doccino e tampo- nato con panni di cotone, senza spostarlo dalla rete in- clinata per rimuovere l’acqua in eccesso. Adagiato poi su un piano rigido, è stato lasciato asciugare naturalmente. Nelle foto mostriamo macrofotografie del tessuto della veste prima e dopo il restauro di pulizia.
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