Page 14 - Bollettino Aprile - Agosto 2020
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                La Valsesia e il Sacro Monte (2020) - Seconda parte
LA VALSESIA E IL FRANCESCANESIMO
 Dopo le vicenda storiche dei rapporti tra i frati e la comu- nità di Varallo Alberto Bossi ci presenta alcune figure di frati che hanno svolto la loro attività a Varallo. Il tutto è tratto da una sua relazione al convegno celebrativo del- l’VIII Centenario della nasci- ta di san Francesco d’Assisi
FIGURE DI FRATI
Tutte queste gravi ed in-
cresciose vicende non hanno
comunque impedito (chissà
anzi che non ne siano state
provvidenzialmente fautri-
ci) da parte della comunità
Francescana presente in Va-
rallo l’espressione di personalità eminenti ed illustri sia per impegno pastorale e sacerdotale, sia per santità sia per eccellenza di dottrina. Anzi fu cosi vasta e nutrita la schiera e furono di tale risonanza le opere di alcuni di essi, che non ci è possibile fare se non alcuni cenni esemplificativi.
Ricorderemo che nel convento di S.Maria delle Gra- zie visse, insegnando filosofia, il p. Pasquale Frasconi di Varese, poi generale dell’Ordine; vissero alcuni missio- nari, intimi compagni di san Leonardo da Portomau- rizio; vi soggiornò nel 1661 il p. Davide da Bergamo, musico insigne, il p. Ugolino Fasolis, uomo di profon- da erudizione.
Fra i Valsesiani, è necessario citare il p. Castellano, di Borgosesia, il p. Benedetto Maria Chiara, autore di alcune operette in versi tra le quali un’ illustrazione del Sacro monte di Varallo, il p. Giuseppe Maria Chiara, di cui si parlerà piu diffusamente , il p. Cristoforo da Varallo, il p. Natale Degaudenzi che raccolse dei docu- menti sulla vita del Caimi, il p. Marco Draghetti, il p. Galletti Giovanni di Varallo, la bella figura di p. Gian Carlo Magni pure di Varallo, il p. Alessandro Perdomo di Borgosesia, e, fra i non Valsesiani, un Giovani Fran- cesco Ranzo che ci piace ricordare in quanto autore di una “Vita del Beato Candido Ranzo di Vercelli dell’Or- dine Minor Osservante di San Francesco”, pubblicata a Torino nel 1600.
Altri Francescani meritano di essere ricordati in modo più puntuale. Il Primo è il P. Giuseppe Maria Chiara, nato a Varallo il 25 Marzo 1675 da illustre famiglia tuttora esistente che dette alla chiesa altre interessanti figure di religiosi. Nella narrazione della sua vita vediamo emergere tutte quelle doti di carità,
pazienza, mansuetudine , asprezza di vita, obbedienza, castità ,carità che costituirono i capisaldi della regola france- scana. Ma al fine della deter- minazione della sua figura, in questa sede sono certamente più opportuni e consonanti i riferimenti all’ importanza degli incarichi che gli furono affidati in seno all’Ordine. Fu infatti inviato come predica- tore a Roma, a Napoli, a Lu- gano, a Sabioncello, a Traona, a Trento, a Codogno, in Val- tellina e chiamato a sovrain- tendere, come superiore, a numerosi ed importanti con- venti, fra cui quello di Napoli.
Morì nel convento di Varallo all’eta di 82 anni ed è proprio in occasione del suo decesso che si potè avere la misura della grandezza della venerazione in cui era tenuto. Infatti, deposta la salma nella foresteria del convento, fu tale la quantità di gente che gli si accostò per toccarlo ed avvicinargli oggetti di devozione che, essendosi verificati alcuni atti di violenza, si dovette far ricorso alla forza pubblica. Non potendo neppure que- sta proteggere la salma da quanti vi si accostavano per tagliare dai suoi abiti brandelli di stoffa per farne delle reliquie, ‘’per salvare la decenza’’ impedendo che il ca- davere fosse completamente denudato, si fu costretti a trasferirlo in chiesa e rinchiuderlo dietro la cancellata dell’ultima cappella. Lasciò due volumi di panegirici affidati, dopo la soppressione del convento, ai parenti, custoditi più tardi nell’archivio del convento stesso ed alla fine dispersi, nonostante che una notazione mano- scritta raccomandasse di conservare il tutto con religio- sa cura, come una reliquia. Le cronache del Santuario ricordano con particolare insistenza la bella figura del ‘Venerabile padre fra benedetto da Milano, minor osser- vante riformato le cui ossa riposano nella chiesa vecchia del Sacro Monte di Varallo’ sia per la esemplarità della sua esistenza, sia per la puntualità con cui si verificaro- no alcune sue predizioni. In occasione dell’avvicinarsi alla valle della spaventosa pestilenza del 1629/30, es- sendo la popolazione di Varallo in grande apprensione anche a causa del continuo transitare di persone che fuggivano dalle località contagiate per ridursi ai loro paesi d’ origine, i Varallesi ricorsero alle preghiere del santo frate. Questi, dalla sua residenza nell’ospizio del Sacro Monte “ve fu per la maggior parte della sua esi- stenza, faceva coraggio a quelle | Continua a pag. 16
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