Page 15 - Il Sacro Monte di Varallo
P. 15

eternare le glorie del nostro Santuario la Religione e l’Arte».
Più tardi il Galloni nell’ultima parte, piuttosto affrettata, della sua classica
opera, ignora totalmente la beneficenza del conte Carelli e le due statue.
La tradizionale valutazione negativa tramandata attraverso le generazioni, tar- da a dissiparsi ed è ancora supinamente accolta dall’opinione pubblica varallese, talora anche con espressioni taglienti. Eppure i due monumenti tanto incrimi- nati non sono certo meno decorosi di quelli di Vittorio Emanuele e del generale Antonini, né cedono di fronte a tanti altri eretti nel secolo scorso in centinaia di
piazze delle nostre città.
La nobile figura del Caimi eseguita nel ‘67 dall’impianto grandioso, modellata
a larghe masse, si impone per il gesto energico e solenne a dominare lo spazio, eloquente interpretazione dell’animo e del carattere del fondatore di tanta im- presa.
Quella di Gaudenzio (del ‘66) volutamente si contrappone alla precedente per l’atteggiamento più raccolto ed austero, quasi a voler cogliere il grande maestro in una pausa pensosa della sua intensa opera creativa. Ambedue si collocano a buon diritto in posizione eminente nel capitolo dell’iconografia del Caimi e del Ferrari.
Del primo, come noto, sono purtroppo scomparse quasi tutte le raffigurazioni cinquecentesche: distrutta all’inizio del Settecento quella che Gaudenzio aveva dipinto nella cappella di S. Francesco presso il Santo Sepolcro insieme ai mem- bri della famiglia Scarognini; distrutta verso il 1930 quella affrescata nell’ospi- zio degli Oblati (di cui fortunatamente rimane almeno la riproduzione fotogra- fica), che rappresentava il Caimi nell’atto di indicare il Sacro Monte. Al secolo XVII risale, prima fra tutte per importanza, e per particolare senso di profonda ed umile umanità la statua in terracotta dipinta modellata da Giovanni D’Enri- co nel 1638 e collocata nella nicchia accanto al Santo Sepolcro. Seguono le tele del Museo del Sacro Monte (un tempo nella sacrestia dello scurolo in basilica) e di S. Maria delle Grazie (sull’arco della prima cappella), tutte raffiguranti il fondatore con il modellino del Sacro Monte in mano. Il Caimi è pure effigiato nella grande pala settecentesca dell’altare di S. Pietro d’Alcantara in basilica. Risulta poi che una sua immagine si trovava nel convento del Giardino a Mi- lano; un’altra ancora si vede nel convento dei Francescani a Saluzzo; così pure un affresco che lo raffigura con la Madonna e S. Bernardo è ricordato nel muro di una casa di Parone. A queste opere di pittura e scultura bisogna aggiungere
 15

























































































   13   14   15   16   17