11 – La strage degli Innocenti

Iscrizione: “ Si è udito nell’alto un grido di lamento, di lutto e di pianto di Rachele che piange i suoi figli e che non vuole essere consolata per essi, poiché non ci sono più (Geremia, 31,15).

Allora Erode, accortosi di essere stato ingannato dai Magi, comandò di uccidere tutti i bambini che erano in Betlemme e in tutto il suo territorio, dai due anni in giù (Matteo 2, 16). 

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Si tratta di una delle cappelle più famose dell’intero Sacro Monte.; edificata negli anni Ottanta del XVI secolo, su finanziamento dei Savoia, risulta essere quella in cui meglio si percepisce e comprende il rapporto esistente tra episodio da narrare e l’efficacia con cui è reso questo racconto. E’ significativo in tal senso quanto riporta la guida del 1596, parole che lasciano trasparire l’entusiasmo spontaneo di chi curò la stesura delle ottave:” il tutto di rilievo, benissimo e bellissimo, con pitture di meravigliosa ed estrema bellezza ad imitazione del vero.”


E’ chiaro che l’intento è quello è quello di far accostare il visitatore non a qualcosa che è relegato nel passato, ma a qualcosa  che sta avvenendo e che, nel suo dinamismo figurativo, è un episodio da vivere a imitazione del vero.
Questo grazie all’abilità tecnica di chi, come Giacomo Bargnola di Valsola, Michelangelo Rossetti, Michele Prestinari e il Tabacchetti realizzò le più di novanta statue e di chi, come il Fianmminghino, armonizzò con esse gli affreschi.


Osservando con attenzione il quadro, si può notare come i personaggi sono raffigurati non tanto con abiti dell’epoca di Cristo quanto piuttosto come uomini e donne del ‘500.

L’osservatore è invitato ad accostarsi allo scenario sia attraverso la grande grata centrale, aperta negli anni Cinquanta, che consente una visione d’insieme, sia tramite le grate laterali che permettono invece di concentrarsi su volti, gesti, spazi che giungono a toccare il cuore del riguardante.
Questa eccezionale esecuzione artistica è stata possibile, grazie in particolare a Carlo Emanuele di Savoia, che nel 1585, in compagnia della moglie Caterina, infanta di Spagna che venne ritratta nella dama in vesti cinquecentesche sulla parete destra, giunse in visita al Santuario.

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