45 – La Basilica

La Basilica del Sacro Monte

Fu voluta nel 1614, sotto gli auspici del vescovo di Novara, Venerabile Carlo Bascape, e venne finanziata dal nobile cavaliere pavese Agostino Beccaria e dalle offerte dei pellegrini. Realizzata a poco a poco su disegni di Bartolomeo Ravelli e di Giovanni d’Enrico (1614), fu terminata nel 1713 con una facciata di linee molto semplici. La facciata attuale è sorta negli anni 1891-1896 per h munificenza dei coniugi Costantino e Giulia Durio e su disegno dell’arch. Giovanni Ceruti di Valduggia.

Il portale di bronzo

È tra i capolavori che maggiormente si ammirano appena giunti alle soglie della Basilica. I vari pannelli che gli danno risalto rappresentano alcuni episodi della Sacra Scrittura simbolicamente riferentisi alla Madonna.
A Lei infatti e’ dedicata la Basilica. Fu disegnata dall’arch. Giovanni Cerutì. Lo modellò Leone Antonini di Vocca, e lo fuse Giovanni Lomazzi di Milano.

L’interno:

Ideata per rappresentare la glorificazione della Madonna, la Madre del Redentore, fu realizzata gradualmente. Dapprima fu costruita la parte di fondo, comprendente lo Scurolo, l’Altare, la Cupola, poi venne prolungata fino ad assumere l’aspetto attuale. È a una sola navata, ornata di lesene di ordine composito, con luce scendente dall’alto.

La fiancheggiano sei cappelle.

La decorazione della navata è opera di Francesco Leva (1714), le figure in chiaroscuro dell’archivolto sono di Carlo Penna (1714). I pulpiti sono di Giovanni Longhetti da Morondo (sec. XIX); la bussola di Carlo Francione (1932-34); la cantoria di Giovanni Groppi da Cravaghana (Sec. XIX); i quadri della Via Crucis di Emilio Contini (sec. XX). Si resta colpiti dalle maestosità dell’altare maggiore e della cupola.

La magnifica composizione pittorica, architettonica e scultorea è un inno alla Madre di Dio rappresentata nel suo transito dalla terra al cielo. Concorre al belI’effetto il tempietto collegato all’altare maggiore e formato da sei colonne di marmo verde Di Cilimo con piedistallo, cornicione e cimasa, le quali formano dietro ad esso un semicerchio che, mentre è prezioso ornamento, nasconde molto bene l’apertura che dona una luce adeguata allo Scurolo sottostante.

L’opera è di Benedetto Alfieri e di Giovanni Moronzi (1739). Nel mezzo del coro un affresco rappresenta la morte della Madonna. E opera di Antonio Cucchi (l748). Le varie figure degli spettatori, i chiaroscuri e la decorazione architettonica sono opera di Antonio Orgiazzi (1750). Sopra l’altare si slancia la maestosa cupola, il cui lanternino versa luce armoniosa sui moltissimi putti (circa 500) dipinti da Giovanni e Giuseppe Danedi detti i ‘fratelli Montaldi’ (Sec. XVII) e da Antonio Cucclii (1748).

Completano l’armonia le 142 statue rappresentanti Angeli, Profeti e Patriarchi, tutti rivolti verso la Madonna Assunta in cielo: statue dovute all’arte di Dionigi Bussola (Sec XVII), di G. B. Volpini (1671) e di Gaudenzio Scelti (sec. XVII).

Lo scurolo

Significa luogo oscuro. Vi si scende dalla Basilica, seguendo le comode scale di marmo in figura ovale, col peristilio di ordine composito. Riceve una tenue luce dall’alto, tramite un lucernaio in forma di cupola, sotto il quale si aprono piccole tribune.
Lo si deve agli architetti Benedetto Alfieri e Giovanni Morondi (1739). L’altare in marmo di Carrara è di Paolo Rivolta (1854).

La Vergine dormiente

Bellissimo simulacro della Madonna venerato fino dai primi tempi quando era collocato nella chiesa vecchia. È stato portato nell’attuale Basilica nel 1679 e, attorno ad esso, è polarizzata la vita del Sacro Monte in quanto Santuario. La tradizione (del seicento) dice che fosse venerata nella Basilica di S. Sofia, a Costantinopoli, prima del 1453. È la Madonna del Sacro Monte.

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