Page 4 - Bollettino Ottobre - Dicembre 2019
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                Conosciamo il Sacro Monte
LA FACCIATA DELLA BASILICA
Il progetto dell’ingegner Giovanni Ceruti - Le premesse
 Il ritiro della proposta di facciata, ideata dal geometra Peco, da parte del cavalier Delucca, dopo il parere nega- tivo dell’Arborio Mella la conferma da parte del muni- fico varallese, di voler comunque provvedere a proprie spese a far eseguire l’opera, dopo un pubblico concor- so, e la sua immatura scomparsa alla vigilia di Natale del 1883, in parte in conseguenza della profonda de- lusione provata, dovettero destare nell’ambiente varal- lese sorpresa, rammarico e sconcerto.
Tutto sembra tornare in alto mare
quando ci si illudeva d’essere giunti
quasi in porto. Per fortuna l’idea di
indire un concorso alimenta qualche
speranza; è una fiammella che non si
spegne. Ci sono già i disegni, le pla-
nimetrie, i rilievi della Chiesa Mag-
giore, eseguite dal Peco nell’ottobre
dell’83 per incarico del Delucca stes-
so, come elementi preparatori, basila-
ri per un possibile concorso. Nell’84,
come si è visto, il giovane Serafino
Romerio mette in bella copia il pro-
getto del Frigiolini e ne disegna uno
suo. Tuttavia, senza uno sponsor, un
concorso non si può indire. Sono soprattutto l’esempio luminoso dato dal Delucca , e l’ esperienza tratta dallo sviluppo negativo della vicenda, a destare non solo un interesse, ma un desiderio di emulazione da parte di chi aveva abbondante disponibilità finanziarie, devozione per il Sacro Monte, amore per Varallo, e quasi anche un senso di dovere, di responsabilità nel non lasciare cade- re un’iniziativa così importante. Sono i coniugi Durio: Costantino, civiaschese, e Giulia Zanaroli, di Varallo, facoltosi proprietari di alberghi in Spagna, che si sento- no di sobbarcarsi un tale compito. Come il cavalier De- lucca , anche il Durio non sono nuovi a gesti di muni- ficenza di non comune rilievo, ed in particolare verso il Sacro Monte. Già nel 1880 la signora Benedetta Durio, nata Totti, madre di Costantino, aveva fatto eseguire il celebre affresco della morte di San Francesco, ammira- ta opera di Pier Celestino Gilardi, nella cappella a fian- co al Santo Sepolcro. Tra il 79 e l’81, quasi in una gara benefica, è il Delucca a rinnovare la cappella di San Sil- vestro nell’interno della Chiesa Maggiore, dedicandola
a San Giuseppe, con affreschi sempre del Gilardi, scul- ture dell’Antonini e l’altare marmoreo probabilmente del Peco. Segue nell’82- 83 la vicenda negativa del pro- getto per la facciata.
L’ESEMPIO DEI CONIUGI DURIO
I coniugi Durio colgono l’esempio, sia del Delucca che della madre di Costantino. Già nell’83 lui stesso dona una sorgente per dotare Varallo di acqua potabile, e nell’86 contribu- isce con L. 10.000 al completamento della linea ferroviaria Novara Varallo. L’idea di provvedere alla facciata del- la Chiesa Maggiore poteva quindi già rientrare nella loro mentalità, nel loro spirito di generosità, di beneficenza ed anche di prestigio in ambito cittadi- no. I Durio potevano inoltre vantare da anni un particolare rapporto, non con un giovane geometra di provincia come il Peco, ma con un celebre in- gegnere architetto, Giovanni Ceruti, nativo di Valpiana, sopra Valduggia, uno dei più affermati dell’ambiente milanese, che per loro incarico aveva realizzato pochi anni prima, nel 1882 la grandiosa villa di Varallo, oggi aulica sede del municipio, che si affaccia con un vasto giardino sul centrale Corso Roma, dando un’impronta di eleganza, di signorilità e di alto decoro a tutto il cen- tro abitato. Sempre il Ceruti nell’86 innalza un’altra villa per Pietro Durio, fratello di Costantino, ad Alzo sul lago d’Orta. E, nell’88 stende a penna ad acquarello un grandioso Piano Regolatore per Varallo, conservato presso la locale sezione dell’archivio di Stato. È quindi la personalità più qualificata in quegli anni in campo architettonico nell’ambiente varallese . È ovvio che tra i Durio, il consiglio d’Amministrazione del Sacro Mon- te e l’ingegner Ceruti ci siano stati dei primi contatti informali, forse già fin dall’84, poco dopo la morte del
cavalier
Delucca , delle proposte, delle prudenti intese e
quindi degli accordi orali senza fretta, prima di giunge- re ad un passo definitivo, ad un atto, ad una proposta ufficiale di tanta importanza. L’esperienza del Delucca
 Ottobre / Dicembre • 2019
Giovanni Ceruti
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