La processione delle Sette Marie

La processione delle Sette Marie

Le celebrazioni della Pasqua, centro e culmine dell’anno liturgico, iniziano per la parrocchia di Varallo, con la solenne processione delle Sette Marie che, dalla Collegiata, sale al Sacro Monte, nel pomeriggio della Domenica delle Palme.

Partenza dalla parrocchia di Varallo alle 15.30 – all’arrivo Santa messa h.17.

Non vi sono documenti che consentano di determinare il momento in cui ebbe origine la tradizione della partecipazione delle Sette Marie alle processioni che si svolgevano a Varallo durante la Settimana Santa. L’ipotesi più ricorrente tende a collocare questa tradizione all’interno dei riti paraliturgici della Passione di ascendenza spagnola, in rapporto alla presenza dei governanti iberici nel ducato di Milano, cui anche la Valsesia appartenne fino agli inizi del Settecento. Occorre però prendere in considerazione la possibilità che la presenza delle Sette Marie possa collegarsi ad analoghe tradizioni presen¬ti in ambito piemontese, in quello che era il territorio sottoposto sabaudo.

E’ proprio in Piemonte, infatti, che si possono trovare cerimonie che mostrano analogie con la processione varallese, specialmente in rapporto alla presenza ,all’interno del corteo, di ragazze e giovani che indossano abiti particolari. Il loro numero (tre, quattro, o cinque), il nome con cui vengono ricordate (Regine, Pie donne, o Figlie) e la loro funzione variano da località a località, mentre identico è il significato della loro presenza: essere sentimentale espressione di sofferenza partecipativa a quella del Cristo crocefisso e morto.

Un documento interessante per la ricostruzione storica della processione varallese è costituito dalla lettera che il cardinal Morozzo, vescovo di Novara dal 1817 al 1842, invia a tutti i parroci chiedendo spiegazioni circa i riti e le processioni che si svolgono durante la Settimana Santa.

Da questa indagine risulta che nel vasto territorio della diocesi si tengono ben ventisei processioni, di cui otto drammatiche, ossia con la partecipazione di figuranti che impersonano personaggi evangelici, spesso recanti i simboli della passione. Cameri, Galliate, Oleggio, Domodossola, Romagnano, Grignasco, Borgosesia e Varallo sono le località citate. Lo scopo di tale indagine era di mettere fine ad abusi e tradizioni poco coerenti con la liturgia ufficiale, specialmente per quanto riguarda la partecipazione di donne variamente abbigliate.

A Varallo la drammaticità delle processioni era costituita dalla presenza delle Sette Marie, la cui sopravvivenza nel corteo, nonostante le rigide normative ecclesiastiche, tradisce la compostezza che ancor oggi le contraddistingue. In alcune località le donne avevano il compito di sorreggere la riproduzione del telo sindonico, il cui culto si diffuse ampiamente in rapporto alle conquiste dei Savoia che, dal 1578, lo custodivano nella cappella del duomo di Torino. Non risulta che le Sette Marie avessero tale compito : il loro numero potrebbe simbolicamente riferirsi ai Dolori di Maria, una devozione molto praticata nell’ambito della religiosità popolare, mentre un’altra ipotesi vedrebbe il confluire, in un unico corteo, di sette diverse processioni, ma nessuna fonte consente di avvalorare questa opinione.

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